Savonarola nel Museo di San Marco. La presentazione del nuovo quaderno di studi

Il quarto numero della collana dei “Quaderni del Museo di San Marco” è dedicato all’inedito busto in terracotta dipinta del grande predicatore domenicano, unico ritratto a tutto tondo di epoca rinascimentale sin qui conosciuto, attribuito a fra Mattia Della Robbia grazie all’expertise di Giancarlo Gentilini, storico dell’arte e esperto di scultura del Rinascimento. Nel Quaderno viene dato conto anche del nuovo progetto di allestimento delle cosiddette “Celle del Savonarola”, i cui lavori sono stati diretti dall’architetto Andrea Gori, di concerto con Angelo Tartuferi, Direttore del Museo, con scrupolosa cura del dettaglio.

Il volume Fra Girolamo Savonarola nel Museo di San Marco. Il busto inedito in terracotta e il nuovo allestimento, sarà presentato nella Biblioteca monumentale di Michelozzo mercoledì 26 ottobre, alle ore 17.00, da Stefano Casciu, Direttore regionale musei della Toscana, Angelo Tartuferi, Direttore del Museo di San Marco, Ludovica Sebregondi, curatrice scientifica della Fondazione Palazzo Strozzi e massima esperta di iconografia savonaroliana e Alfredo Bellandi, Professore di Storia dell’arte all’Università degli Studi di Perugia.

Quartiere di Savonarola, Museo di San Marco, nuovo allestimento, inaugurato nel dicembre del 2021

Il volume, con la prefazione di Stefano Casciu, offre un’ampia documentazione fotografica del busto e della sua attuale collocazione negli ambienti rinnovati del “Quartiere del Savonarola”, e propone un’analisi circostanziata dei vari aspetti iconografici e storici del Priore più affascinante e controverso di San Marco.

«Dopo il Beato Angelico, Savonarola è il personaggio storico che più si lega a San Marco – sottolinea Stefano Casciu – questo luogo così amato dai fiorentini e dal pubblico internazionale. Il busto, sin dal momento della sua recente esposizione nel museo in una posizione strategica, colpisce in modo icastico i visitatori per la sua forte incisività e per il realismo con il quale sono restituite le fattezza del Frate, ed è valorizzato in un nuovo allestimento nelle salette individuate tradizionalmente come quelle abitate dal predicatore domenicano. Ringrazio Alessandro Kiniger proprietario del busto per la sua generosità, e tutti coloro che hanno collaborato dapprima alla collocazione e all’allestimento dell’opera nelle salette rinnovate del Museo di San Marco, e ora a questa importante pubblicazione che arricchisce ulteriormente la collana dedicata ad uno dei musei più importanti ed amati di Firenze».

Quartiere di Savonarola, Studiolo, Museo di San Marco, nuovo allestimento

Angelo Tartuferi, curatore del volume, si sofferma sulla concessione dell’opera in comodato d’uso decennale – rinnovabile per altri dieci anni – da parte del proprietario Alessandro Kiniger, che ha anche finanziato la pubblicazione del Quaderno con l’Art Bonus, e si diffonde sulla provenienza dell’opera e sul riallestimento delle “memorie” e delle opere identitarie del percorso espositivo.

Catia Ceccacci, da specialista di arte plastica rinascimentale, argomenta l’attribuzione del busto a fra Mattia della Robbia (Firenze, 1468 – post 1532), al secolo Marco, figlio del celebre Andrea della Robbia, accolto nell’ordine domenicano proprio a San Marco dallo stesso Savonarola, e ne analizza l’intera carriera artistico-produttiva, soprattutto nelle Marche. «La scultura, già parte dell’eclettica raccolta di Giovanni Malfer, fondatore del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto, e negli anni sessanta del Novecento migrata nella Collezione Kiniger a Rovereto (Trento) – scrive nel suo saggio Ceccacci – è stata sottoposta ad analisi di termoluminescenza con esito positivo di autenticità presso l’istituto Arcadia Tecnologie per i beni culturali di Milano (2001), poi confermata dalle indagini sulla tecnica di modellazione e sulla policromia condotte nello Studio Ardiglione di Firenze, dove, nel 2008 e nel 2017, è stata oggetto di opportuno, accurato intervento di restauro che ne ha restituito l’aspetto originario».

Fra Mattia (Marco) della Robbia, Ritratto di Girolamo Savonarola, Busto in terracotta invetriata, foto Antonio Quattrone

Anna Soffici, curatrice del Museo di San Marco, ripercorre la storia dei vari allestimenti del Quartiere di Savonarola, dalla seconda metà del 1700 ad oggi. Soffici si sofferma soprattutto sul modo in cui l’ordine domenicano ha preservato e tramandato le reliquie di questo personaggio straordinario, sfidando anche la damnatio memoriae messa in atto, subito dopo la sua condanna al rogo, per impedirne qualsiasi forma di venerazione.

Laura Pellegrini, curatrice delle collezioni museali, propone una ricognizione ragionata dei ritratti più celebri del frate: in pittura, su tavola e a fresco, così come nelle medaglie e nella statuaria ottocentesca e, particolarmente, nelle rappresentazioni di profilo delle incisioni. Di queste ultime, che confermano l’iconografia più conosciuta di Savonarola, Pellegrini registra la considerevole occorrenza nell’illustrazione a stampa di «biografie, scritti eretici, pamphlet denigratori o devoti» che, dopo il supplizio, ebbero un’ampia diffusione in Europa e di cui un campione simbolico è esposto in una vetrina della Biblioteca di Michelozzo.

Tobias Stimmer (Sciaffusa 1539 – Strasburgo 1584), Ritratto di Girolamo Savonarola, xilografia, Museo di San Marco, collezione privata

Il Quaderno, edito da Sillabe, è arricchito infine da un contributo critico di fr. Gian Matteo Serra, già Rettore della basilica di San Marco, sul significato attuale della figura di Savonarola per l’Ordine domenicano.

«Dovendo allora riflettere su fra Girolamo Savonarola oggi, e su come potrebbe aiutarci a dare uno sguardo sul presente – scrive fr. Gian Matteo Serra – direi prima di tutto che è stato un uomo che, coerente con la sua vocazione domenicana, si è messo al servizio della ricerca del bene attraverso un attento studio contemplativo della realtà che viveva. Non scevro di errori ha dunque tentato di dare una risposta appassionata, talvolta irruenta e divisiva, ma certamente concreta, ad una complessa situazione del suo tempo, nella città in cui viveva, schierandosi dalla parte dei più deboli e inimicandosi dunque chi, attraverso lo sfruttamento dei più fragili, aveva qualche tornaconto».

Per info vai qui

Per saperne di più vedi anche:

Un inedito ritratto di Savonarola a San Marco

Savonarola è tornato. I video della presentazione del busto di fra Mattia della Robbia

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