La generosa concessione da parte dell’avvocato Alessandro Kiniger del Busto di fra Girolamo Savonarola, attribuito a fra Mattia della Robbia, ha consentito al Museo di San Marco di arricchire le sue collezioni di una nuova e sorprendente opera, in forma di comodato a lungo termine.
Il busto, in terracotta policroma non invetriata, è attualmente l’unica rappresentazione tridimensionale che ci restituisce la fisionomia e le fattezze del profetico frate ferrarese, e per questo motivo rende ancora più presente la figura carismatica di Girolamo Savonarola nel luogo che ha visto svolgersi la parte principale della sua vicenda storica ed il suo tragico epilogo. Dopo il Beato Angelico, Savonarola è il personaggio storico che più si lega a San Marco, questo luogo così amato dai fiorentini e dal pubblico internazionale. Il busto, sin dal momento della sua recente esposizione nel museo in una posizione strategica, colpisce in modo icastico i visitatori per la sua forte incisività e per il realismo con il quale sono restituite le fattezza del Frate, ed è valorizzato in un nuovo allestimento (progettato da Andrea Gori col direttore del museo Angelo Tartuferi) che ha interessato le salette individuate tradizionalmente come quelle abitate dal predicatore domenicano. Il nuovo allestimento, ricco di opere e testimonianze legate alla figura del Savonarola, aiuta a rendere più lineare, leggibile e chiaro il ruolo che questo celebre personaggio storico ebbe nel convento di San Marco e nella città di Firenze, sino alla sua cattura e al martirio in Piazza della Signoria, evocato dal dipinto che ha cristallizzato nell’iconografia e nell’immaginario di tutti il momento della sua esecuzione e del rogo che ne seguì.

Sin da quando si è profilata la possibilità di questa nuova acquisizione per il Museo, grazie alla intelligente ed instancabile azione del direttore Angelo Tartuferi – al quale va tutto il mio apprezzamento ed il più sincero ringraziamento – oltre a immaginare subito un nuovo riassetto delle salette savonaroliane, era stata immediatamente prefigurata anche la realizzazione di una pubblicazione ad hoc, che non poteva che essere inserita nella collana ‘Quaderni del Museo di San Marco’, edita da Sillabe e giunta ormai al quarto numero. Ed anche per la pubblicazione è stato decisivo l’intervento a supporto dell’avvocato Kiniger, al quale va quindi il mio più sentito ringraziamento per la sua generosa volontà di arricchire il Museo di San Marco ma anche di sostenere le sue attività.
Dell’opera si era occupato sin dal momento della sua individuazione, dal punto di vista storico-artistico, Giancarlo Gentilini, massimo esperto della tradizione scultorea robbiana, coadiuvato nel caso specifico dalla studiosa ed allieva Catia Ceccacci, che in questo volume sviluppa in maniera molto articolata ed argomentata l’ipotesi attributiva per fra Mattia della Robbia, al secolo Marco Giovanni, figlio del celebre Andrea della Robbia. Questa proposta ha una importante valenza stilistica e storico-artistica, individuando un percorso specifico nell’alveo della lunga e strepitosa tradizione tutta fiorentina e familiare della scultura in terracotta invetriata o policroma portata avanti per più di un secolo dalla famiglia dei Della Robbia, una tecnica artistica moderna che – come ricorda orgogliosamente il Vasari – “non ebbero, che si sappia, gl’antichi Romani ”. Ma ha anche dei risvolti umani legati alle vicende personali e storiche del Savonarola stesso e dello scultore Marco della Robbia, dato il coinvolgimento diretto della famiglia di Andrea della Robbia e dei due figli artisti poi entrati nell’ordine domenicano come fra Ambrogio e fra Mattia, proprio nella stretta cerchia del predicatore ferrarese. Ciò fa di questa nuovo ritratto una testimonianza toccante ed inedita non solo della fisicità del Savonarola, ma anche dei sentimenti, delle memorie e dei forti legami che egli aveva suscitato e che venivano coltivati dalla persone che avevano vissuto ed operato intorno a lui, in particolare nell’ambito della stessa comunità conventuale di San Marco.
I testi raccolti nel Quaderno qui introdotto testimoniano questo ed altri aspetti che contribuiscono a riportare ad una nuova attenzione il ruolo storico e spirituale di Girolamo Savonarola.
Il testo di Padre Gian Matteo Serra O.P., rettore del Convento di San Marco, tocca con intelligenza il tema della attualità dell’azione savonaroliana ma anche del ruolo anomalo da lui interpretato nel suo tempo, nel quale l’autore coglie il tema della laicità dello Stato come corretto contrapposto necessario, nella società coeva, alla agognata ed assoluta purezza del messaggio evangelico.
Lo staff scientifico del Museo di San Marco, a cominciare dal direttore Angelo Tartuferi, coadiuvato da Laura Pellegrini e Anna Soffici, ha approfondito nel volume i temi della nuova esposizione museale del busto del Frate, nel contesto di quelle che sono sempre state individuate come le sue celle, e della sua iconografia, in pittura, scultura, medaglistica ed incisione.
Il saggio centrale di Catia Cecacci, già ricordato, è una vera ricostruzione della attività di fra Mattia, svoltasi tra Firenze, il Casentino, Roma e le Marche, dove egli morì tra il 1532 ed il 1534. Nella sua ampia produzione, non del tutto conservata e a volte di difficile riconoscibilità, il Busto di fra Girolamo Savonarola, oggi a San Marco, spicca per la sua individualità e rarità.
Grazie ancora quindi al proprietario, Alessandro Kiniger, per la sua generosità, e a tutti coloro che hanno collaborato dapprima alla collocazione e all’allestimento dell’opera nelle salette rinnovate del Museo di San Marco, ed ora a questa importante pubblicazione che arricchisce ulteriormente la collana dedicata ad uno dei musei più importanti ed amati di Firenze.
Stefano Casciu, Direttore regionale musei della Toscana
Il testo qui pubblicato introduce il Quaderno n. 4 del Museo di San Marco: “Fra Girolamo Savonarola nel Museo di San Marco. Il busto inedito in terracotta dipinta e il nuovo allestimento”, a cura di Angelo Tartuferi, Sillabe 2022. Il volume viene presentato al pubblico mercoledì 26 ottobre 2022, alle ore 17, nella Biblioteca Monumentale del Museo di San Marco.
