L’ascolto, il silenzio e il gesto: Virgilio Sieni ritorna a San Marco e nei Cenacoli fiorentini

Cenacoli Fiorentini#7_Grande Adagio Popolare di Virgilio Sieni compie sette anni. Un progetto artistico ambizioso, di dialogo tra passato e presente, danza contemporanea e pittura rinascimentale, istintualità e codificazione del gesto, articolato in quattro azioni coreografiche che coinvolgono quattro comunità di danzatori (professionisti e non professionisti, di tutte le età, provenienze e abilità) e si svolgono in tre Refettori conventuali (San Salvi, Ognissanti e Sant’Apollonia) e nella Biblioteca monumentale di San Marco.

Grande perché ha il respiro di una “grande narrazione”, cadenzata in quattro partiture organiche e interdipendenti tra loro. Adagio perché il movimento scelto è moderatamente lento, intermedio tra l’andante e il largo. Popolare perché aspira a essere tale; anzi, esige un “popolo”, rivendica la possibilità di riavere un popolo.

La danza contemporanea da almeno un secolo ha sperimentato l’utopia di esprimersi fuori dalla scatola scenica teatrale, recuperando e risignificando luoghi ordinari del vivere quotidiano. Sieni stesso, nella sua trentennale attività coreografica, ha esplorato moltissimi spazi del territorio fiorentino, soprattutto in Oltrarno; dai più segreti e desueti, ai più fortemente connotati nella loro funzione civile e produttiva. E dal 2007, con l’Accademia sull’arte del gesto, ha esteso questa esplorazione agli spazi più impensati delle città del Mediterraneo. In ciascuno di essi ha allestito quello che in arte contemporanea si definisce un site-specific; una creazione unica, in cui il gesto coreutico entra in risonanza con l’ambiente in modo non più replicabile.

La scelta dei Cenacoli e della Biblioteca di San Marco è evidentemente un’eccezione. Il Grande Adagio Popolare è un dispositivo che si ripete e si rinnova nel tempo, assumendo un carattere di ciclicità e serialità inedito nella ricerca artistica odierna, e costituisce il presupposto per un lavoro sedimentato sul rito. La dimensione del rito confligge con l’idea di spettacolo come lo si intende comunemente, cioè di superficiale rappresentazione di ritmi in uno spazio, intrattenimento consolatorio che non pone domande e non sposta niente. Portare la danza dentro luoghi oggi musealizzati ma abitati fino all’Ottocento da religiosi e religiose, significa, per Virgilio Sieni, attraversare il sacro, nei suoi aspetti di ascolto e silenzio, per recuperarne tutta la dirompente inattualità.

Si tratta, in tutti e quattro i casi, di luoghi eminentemente comunitari, all’interno di istituti religiosi; quasi luoghi originari, seminali dell’utopia di fondare comunità che Sieni persegue da ormai un decennio. I Cenacoli erano anche aperti all’accoglienza di ospiti privilegiati, rappresentanti della cultura o della politica, per questo la loro architettura era grandiosa ed eccellenti erano gli artisti chiamati ad affrescarne le pareti; la Biblioteca di San Marco, avveramento del sogno di Coluccio Salutati di una biblioteca umanistica e scientifica, pur essendo dentro un convento era aperta agli studiosi di tutta Europa fin dal 1457.

Nella tradizione dottrinale cattolica e quindi nella regola conventuale, l’atto fisiologico e primario del mangiare, è stato ritualizzato. Essendo il consumare il cibo in comunità un atto di condivisione e contemplazione del mistero pasquale, è diventato un fatto liturgico. Nel Cenacolo la comunità religiosa ritrova la sua identità e rievoca, in una specie di mimesi simbolica della Coena Domini, l’Agape eucaristica: si mangia ma allo stesso tempo si medita e si prega al cospetto della rappresentazione dipinta, in una sorta di vertiginosa mise en abyme. Allo stesso modo, lo studium humanitatis all’interno della Biblioteca di San Marco, era inscindibile dal sacri eloqui principium e dal raccoglimento nelle celle del contiguo dormitorio in cui sono affrescati i misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi dell’Angelico.

Tutti questi elementi formano il retroterra storico, simbolico e iconografico del lavoro del coreografo fiorentino, la sua officina metaprogettuale.

Virgilio Sieni, attento conoscitore dell’arte rinascimentale, ha colto la teatralità delle macchine prospettiche dei cenacoli di Andrea del Castagno, Domenico Ghirlandaio e Andrea del Sarto, fortemente debitrici della trattatistica albertiana e delle Sacre Rappresentazioni medievali. Così come ha riconosciuto nel raffinato repertorio di gesti, posture e mimiche corporee degli apostoli, che si interrogano, ad uno ad uno, su chi di loro tradirà il Maestro, una corrispondenza con il concetto di trasmissione del movimento – all’interno di un corpo, da un corpo all’altro, e dal corpo allo spazio – che tanta parte occupa nella sua riflessione filosofica, antropologica e poetica. Della Biblioteca di Michelozzo ha saputo rivitalizzare la funzione civile di polo culturale e politico della cristianità occidentale.

Virgilio Sieni, in questi sette anni, non ha fatto altro che porsi in umile ascolto di questi luoghi d’eccezione, per incorporarne lo spirito e trarne ogni volta folgoranti meditazioni sull’oggi.

Carmelo Argentieri

Calendario

CENACOLI FIORENTINI #7_GRANDE ADAGIO POPOLARE

Firenze dal 18 al 21 settembre 2017

STANZE / DIMORE

lunedì 18 settembre | h. 20.00, 20.30, 21.00, 21.30

Cenacolo di Ognissanti, affresco di Domenico Ghirlandaio

Borgo Ognissanti, 42

ESODO / RIFUGIO

martedì 19 settembre | h. 20.00, 20.30, 21.00, 21.30

Cenacolo di Andrea del Sarto, affresco di Andrea del Sarto

Via di San Salvi, 16

MENSA / CLOWN

mercoledì 20 settembre | h. 20.00, 20.30, 21.00, 21.30

Cenacolo di Sant’Apollonia, affresco di Andrea del Castagno

Via XXVII Aprile, 1

DORMITORIO / ANGELOLOGICA

giovedì 21 settembre | h. 20.00, 21.00

Biblioteca monumentale di San Marco, architettura di Michelozzo

Piazza San Marco, 3

INFO

Ingresso gratuito, posti limitati.

Per informazioni e prenotazioni:

tel. +39 055 2280525

e-mail: accademia@virgiliosieni.it

www.virgiliosieni.it

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