Museo di San Marco in progress: il Cenacolo di Ghirlandaio e altre novità

Manca poco più di un mese a Natale e le novità al Museo di San Marco si affastellano come regali sotto l’albero, per i nostri visitatori. La più clamorosa, forse anche la più attesa, è il recupero dell’intera superficie del Refettorio piccolo, con l’affresco dell’Ultima Cena di Domenico Ghirlandaio (Firenze, 1449-1494), grazie allo spostamento del bookshop nell’ultima sala della Foresteria, subito prima dell’uscita.

Il Cenacolo di San Marco fa parte di una serie di Ultime Cene che Ghirlandaio realizzò in un periodo di tempo ristrettissimo, una dopo l’altra, divenendo, nel giro di un decennio, uno specialista di questo soggetto fondativo della pittura conventuale fiorentina. La prima fu quella della Badia a Passignano, risalente a 1476; subito dopo quella di Ognissanti, affrescata intorno al 1480; infine questa di San Marco, eseguita subito dopo gli affreschi della Cappella Sassetti in Santa Trinita, compiuti nel 1485. In questa versione, Ghirlandaio si avvalse probabilmente della collaborazione del fratello Davide e di quella del cognato Bastiano Mainardi.

Il vasto ambiente del refettorio è stato completamente riallestito e finalmente restituito, dopo più di vent’anni, alla sua principale funzione museale, e ora può essere nuovamente considerato tra le sale più attrattive del complesso di San Marco. Grazie alla nuova illuminazione e alla possibilità di osservarlo dalla giusta distanza, il grande affresco (400×810 cm) si offre allo sguardo dei visitatori in tutto il suo splendore prospettico, nei colori brillanti delle vesti degli apostoli, nell’affascinante simbologia ornitologica e arborea che appare sullo sfondo, nella precisione fiamminga dei brani di natura morta, come le ciliegie sparse sulla tavola, le sottili bottiglie di vetro trasparente e le pieghe della tovaglia con ricami di tradizione umbra sul lato minore del tessuto.

Alle pareti laterali, oltre alle due robbiane (Deposizione di Cristo e Madonna che adora il Bambino) e i due Angeli in marmo della Bottega di Andrea della Robbia, già noti al nostro pubblico, sono ora esposti tre dipinti di notevole interesse, anche se pochissimo conosciuti, recuperati dai depositi del museo. Due sono tele di grandi dimensioni: una del pittore fiorentino Filippo Tarchiani (Firenze, 1576-1645), con l’Orazione di Cristo nell’orto, firmata dall’artista; l’altra raffigurante San Marco evangelista in trono, copia sostitutiva dell’originale di Fra’ Bartolomeo, già nella chiesa di San Marco, fatto trasferire da Ferdinando de’ Medici in Palazzo Pitti (dove ancora si trova), ed eseguita da Antonio Franchi, detto il Lucchese (1638-1709). Di considerevole qualità è, infine, il terzo dipinto: una tavola centinata raffigurante Sant’Agostino benedicente in trono, collocata sopra la porta verso le scale che conducono al primo piano, attribuita a Ridolfo Bigordi, detto Ridolfo del Ghirlandaio (Firenze, 1483-1561), figlio di Domenico. Opere che impreziosiscono la collezione del Museo, completando un catalogo ideale, extra-angelichiano, che dalla Scuola di San Marco, fondata sul magistero di Fra Bartolomeo, prosegue nel corridoio della pittura del Seicento, tra i due chiostri, con le tele di Jacopo Vignali e la grande pala con la Crocifissione di Lorenzo Lippi.

«Il Refettorio piccolo – spiega Angelo Tartuferi, Direttore del Museo di San Marco – era destinato in origine agli ospiti temporanei del convento, e pertanto si può dire che abbia recuperato in parte la sua funzione d’origine: è facile immaginare che i visitatori sosteranno molto volentieri in questa sala caratterizzata da una solennità ‘spirituale’, che induce alla contemplazione, favorita senza dubbio dalle comode panche con spalliera sistemate su tre lati».

Il nuovo bookshop, progettato da Opera Laboratori fiorentini, è ora ospitato in una sala in prossimità dell’uscita del Museo. L’ambiente, luminoso e accogliente, si presenta ora come una libreria vera e propria, in cui è possibile reperire la più aggiornata bibliografia su San Marco, compresi i cataloghi delle maggiori mostre dedicate a Beato Angelico negli ultimi anni e i volumi della collana i “Quaderni di San Marco” a cura della Direzione Musei della Toscana.

Inoltre, l’ampio corridoio della Foresteria che conduce all’uscita è stato dotato di una nuova illuminazione a led che non solo consente un elevato risparmio energetico, ma offre al pubblico la possibilità di apprezzare meglio le interessanti vestigia del Vecchio Centro che, salvate dagli sventramenti ottocenteschi di Piazza della Repubblica e portate a San Marco da Guido Carocci, da allora formano il Museo di Firenze Antica: un museo dentro il museo.

Ma le novità non finiscono qui. Sono state rimosse le inappropriate tende di gusto “alberghiero” delle finestre del corridoio sud, detto anche dei novizi, che affacciano su piazza San Marco – poco coerenti col rigore conventuale dell’ambiente – e sostituite con pannelli filtranti la luce solare, applicati sugli infissi. In tal modo, la veduta prospettica del corridoio culminante con il busto del Savonarola in terracotta dipinta, attribuito a Fra Mattia della Robbia, ha acquistato, se possibile, una maggiore suggestione.

Infine, un ulteriore regalo per i visitatori: una App pensata per arricchire e rendere più smart la visita del museo, scaricabile sul proprio smartphone gratuitamente da Google Play o disponibile anche off-line attraverso il QR-code posto all’ingresso del museo. La App, in italiano, inglese e francese, sviluppata da A.N.D Ambienti Narrativi Digitali, a cura di Laura Pellegrini e Anna Soffici, curatrici del Museo, è stata realizzata grazie al contributo della Fondazione CR Firenze.

«Il Museo di San Marco non finisce di stupire – sottolinea Stefano Casciu, Direttore regionale musei della Toscana – proponendo con cadenza costante novità e miglioramenti al percorso museale. La nuova grafica si espande via via negli ambienti dell’antico convento; la App consente ai visitatori un moderno e qualificato accompagnamento alla visita (e per queste iniziative devo ringraziare la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, sempre vicina ai nostri musei); e non ultimo il bellissimo recupero del Refettorio piccolo, dominato dal Cenacolo del Ghirlandaio, ambiente raffinato ed elegante che è stato restituito al suo equilibrio spaziale quattrocentesco, arricchito di nuove opere e opportunamente illuminato. Un grazie sincero va allo staff del museo, diretto da Angelo Tartuferi, con l’architetto Andrea Gori e le storiche dell’arte Anna Soffici e Laura Pellegrini».

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