Il nuovo Quaderno su Savonarola: i video della presentazione

Il volume Fra Girolamo Savonarola nel Museo di San Marco. Il busto inedito in terracotta e il nuovo allestimento, quarto numero della collana “Quaderni di San Marco”, dedicato al ritratto di Savonarola attribuito a Fra Mattia (Marco) Della Robbia, è stato presentato lo scorso 26 ottobre nella Biblioteca monumentale del Museo.

Dopo i saluti e i ringraziamenti di rito, Angelo Tartuferi, Direttore del Museo di San Marco, ha spiegato il significato della pubblicazione del volume con cui, idealmente, si chiude il cerchio dell’intervento di riallestimento del cosiddetto “Quartiere del Savonarola”, inaugurato poco meno di un anno fa, nel dicembre del 2021. Un riallestimento “innescato” proprio dall’acquisizione del ritratto tridimensionale in terracotta dipinta del Priore, mediante un contratto di comodato a lungo termine stipulato dal proprietario Alessandro Kiniger con il Museo. Oggi il busto occupa, grazie al progetto dell’architetto Andrea Gori e dello stesso Angelo Tartuferi, un posto centrale nell’ex-cappella del Noviziato, in un confronto immediato con il ritratto di profilo di Fra Bartolomeo (1498), riportato per l’occasione al primo piano, il monumento funebre ottocentesco di Giovanni Duprè, e il medaglione celebrativo di Fra Ambrogio (Francesco) Della Robbia (posteriore al 1498).

Subito dopo è intervenuta Ludovica Sebregondi, curatrice scientifica della Fondazione Palazzo Strozzi e autrice di un vasto e imprescindibile repertorio di iconografia savonaroliana (Iconografia di Savonarola 1495-1998, Firenze, 2004), con un contributo dal titolo: “Savonarola: un volto tra realtà e immaginario”, un’avvincente panoramica di ritratti di Savonarola attraverso i secoli, dal più celebre di Fra Bartolomeo del 1498 fino al più recente, in lego, di Ai Weiwei del 2016, passando anche per i ritratti letterari di Pico della Mirandola, Nicholson (Vita del predicatore fra Girolamo da Ferrara, secc. XVII-XVIII) e Benedetto Luschino (Vulnera diligentis, 1518-1523). Tra le tante suggestioni proposte da Sebregondi, quella di François Thomas Perrens sembra confermare la fortuna critica dell’iconografia di profilo di Savonarola e al contempo convalidare l’autenticità del busto attribuito a Fra Mattia della Robbia, unico esemplare scampato miracolosamente alla pervicace damnatio memoriae del Frate, seguita al suo supplizio:

«Non si può dire di conoscere una persona che si sia vista solo di profilo,
ma questa particolarità, che può essere una sfortuna per la storia,
risulta una fortuna per l’immaginazione».

(François Thomas Perrens, Jérome Savonarole, sa vie, ses prédications, ses écrits Paris 1853)

Alfredo Bellandi, specialista di scultura del Quattrocento e Professore di Storia dell’arte all’Università degli Studi di Perugia, nel suo appassionato intervento ha sottolineato, rispetto all’acquisizione del busto di Savonarola, gli aspetti squisitamente relazionali che caratterizzano la storia dell’arte. La storia dell’arte, sostiene il professor Bellandi, è un universo di relazioni che passa attraverso molti sguardi. Nella fattispecie del busto del Priore, lo sguardo dei suoi confratelli domenicani che lo conobbero e amarono, innanzitutto; lo sguardo degli storici dell’arte chiamati a esprimere un giudizio di valore e a restituire un’identità anagrafica all’inedito ritratto; lo sguardo dei conservatori di un museo che hanno avuto la fortuna di imbattersi nell’opera e vederla per la prima volta. Ci sono, però, anche gli sguardi di altre competenze che si intrecciano all’interno di questo mondo di relazioni: lo sguardo dei restauratori, forse il più dolce e profondo, sicuramente quello che per più tempo, per più ore, per più giorni ha accarezzato l’opera; lo sguardo del fotografo, che pure ha un peso non trascurabile, perché l’opera l’ha esaminata da vicino. Infine c’è lo sguardo autonomo, particolarissimo e imperscrutabile del collezionista, che ha scelto l’opera. Imperscrutabile come è, d’altronde, ogni innamoramento, come dice Alvar Gonzáles-Palacios.

Angelo Tartuferi ha chiuso la presentazione esprimendo la sua piena soddisfazione per gli interventi dei due relatori, ribadendo l’importanza del lavoro sinergico tra istituzioni museali e collezionismo privato. Un lavoro appunto relazionale che, quando ben amministrato, produce fertili e virtuose collaborazioni. Questo quaderno dedicato a Savonarola ne è una testimonianza luminosa.

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