In occasione di un progetto di rilevamento del grado di soddisfazione dei visitatori avviato dal Ministero della Cultura nei musei statali italiani (circolare Direzione Generale Musei n. 106 del 10/09/2021), il Museo di San Marco ha partecipato alla somministrazione del relativo questionario a un campione di visitatori nel mese di Novembre 2021. Grazie a un progetto di tirocinio siglato tra il Museo di San Marco e il corso di laurea Design of Sustainable Tourism Systems dell’Università degli studi di Firenze, ho potuto partecipare in prima persona a questo progetto, occupandomi soprattutto delle fasi di somministrazione del questionario e di analisi interpretativa dei dati.
La rilevazione, concentrata in un arco temporale limitato, ha permesso di raccogliere nel complesso 52 questionari grazie alla collaborazione di un campione di 34 visitatori stranieri e 18 visitatori italiani. Un campione certamente ridotto, ma l’occasione è stata comunque utile per raccogliere informazioni sull’esperienza di visita al Museo di San Marco.
Ciò che emerge dalla presente rilevazione è senza dubbio l’impatto dell’emergenza Covid-19 sulla modalità di fruizione del Museo. Tuttavia, per meglio interpretare questi risultati, si è ritenuto opportuno avviare in un secondo momento anche un’analisi comparativa, mettendoli a confronto con quelli raccolti primadellapandemianell’ Analisi del Pubblico condotta dal Museo nel 2018, a cura di Anna Castelli nell’ambito del progetto “Valore Museo” promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. Confrontando i dati raccolti dalle due indagini statistiche, sono emerse alcune dissonanze per quanto riguarda le modalità di visita e il profilo sociodemografico dei visitatori-rispondenti.
Riguardo alle modalità di visita, l’analisi comparativa ha evidenziato l’attitudine dei visitatori a vivere l’esperienza museale principalmente in coppia o in solitario (soprattutto i visitatori stranieri). Questo dato sembra essere profondamente connesso alla recente e generale inclinazione a evitare la visita di gruppo per limitare le occasioni di assembramento soprattutto con estranei. Questo dato era già emerso nel corso dell’analisi pre-pandemia, ma allora sembrava dovuto, più che altro, alla poca disponibilità delle persone partecipanti a visite di gruppo nel prestarsi alla compilazione del questionario.
Da un punto di vista sociodemografico, invece, l’analisi comparativa ha delineato un discreto livello di divergenza nel profilo dei visitatori fra l’indagine del 2018 e quella del 2021. Comparando i due profili, l’elemento che più differenzia i visitatori riguarda l’età. Mentre tra i visitatori dell’indagine del 2018 la maggior parte ha un’età compresa tra 18 e 45 anni, la maggioranza dei visitatori dell’indagine del 2021 presenta un’età compresa tra 51 e i 55 anni. La mancanza del pubblico più giovane, che arrivava principalmente tramite il canale delle scuole, è senza dubbio imputabile alla sospensione delle uscite scolastiche e, di conseguenza, delle visite ai musei. Inoltre, è possibile rilevare una discreta divergenza tra i due profili di visitatori per quanto concerne l’area di provenienza di quelli stranieri. Mentre nell’indagine del 2018 l’arco geografico di provenienza si estendeva oltre oceano (fino a Stati Uniti e Giappone), il sondaggio del 2021 registra esclusivamente turisti europei, provenienti da Spagna, Francia, Olanda e Belgio. Durante il periodo della pandemia, si è dunque assistito a un mutamento nelle tendenze turistiche a livello globale, che si è concretizzato in una generale inclinazione al turismo di prossimità.
Inoltre, risulta altrettanto significativo per la nostra analisi il rilevamento del modo in cui i visitatori-rispondenti associano parole e concetti all’esperienza del Museo. Nel questionario ministeriale del 2021, il rispondente era chiamato a selezionare per ciascun gruppo di parole (suddivisi per quadranti all’interno di una tabella) la definizione che più si avvicinava alla sua visione del museo visitato. I risultati raccolti hanno evidenziato una generale tendenza a associare al Museo di San Marco il concetto di “tempio”. Riteniamo che questa scelta non rispecchi una percezione del museo come luogo inaccessibile a un pubblico non specialistico o come istituzione che si presenta come unica depositaria della conoscenza delle sue collezioni; è forse più probabile che il visitatore abbia scelto questo concetto avendo in mente la storia di questo luogo che fu istituto religioso, prima ancora di diventare museo. Inoltre, la maggioranza dei visitatori-rispondenti (sia italiani sia stranieri) ha attribuito al Museo di San Marco una funzione educativa come sembrerebbe suggerire la scelta dei concetti “insegnare” e “stimolare”, in linea con la naturale vocazione di un museo. A tal proposito, i rispondenti hanno espresso la loro preferenza a usufruire di materiale didattico sotto forma di libro (soprattutto i visitatori italiani) e di documentario (soprattutto i visitatori stranieri).
Nonostante alcune discrepanze rilevate dall’analisi comparativa, vale la pena sottolineare come il livello di gradimento dei visitatori non sia cambiato nel corso degli ultimi anni, nonostante l’imperversare della pandemia. Entrambe le indagini statistiche (2018 e 2021) evidenziano un livello di soddisfazione generale molto positivo, premiando soprattutto la professionalità del personale e la ricchezza delle collezioni. La maggioranza dei rispondenti del sondaggio ministeriale del 2021 ha dichiarato che avrebbe piacere di ritornare al museo. Tra le principali motivazioni del pubblico a visitare il Museo di San Marco vi è l’interesse per le collezioni e, più in generale, per l’esperienza estetica (“per vedere oggetti belli” 55.5% dei visitatori italiani, 88% dei visitatori stranieri) nonché la necessità di ampliare le proprie conoscenze (“per imparare cose nuove” 66.6% dei visitatori italiani e 50% dei visitatori stranieri).
In conclusione, alcuni visitatori che hanno partecipato al sondaggio ministeriale del 2021 hanno deciso di fornire alcune preziose considerazioni, al fine di un ulteriore miglioramento dell’esperienza museale offerta dal Museo di San Marco. In tal senso, un discreto numero di rispondenti ha espresso al museo la necessità di incrementare l’offerta di contenuti interattivi e multimediali. Oltre a ciò, i visitatori hanno suggerito di incrementare il numero di pannelli descrittivi presenti nelle sale del museo e questo potrebbe agevolare molto la visita in autonomia che risulta essere, in questo momento, la modalità di visita più frequente. A tal proposito, l’introduzione di audioguide (a scansione QR-code)rappresenterebbe un valido strumento di supporto all’esperienza museale autonoma dei visitatori, nonché una soluzione meno invasiva per il museo, poiché non richiede interventi importanti sull’allestimento. Infine, vale la pena sottolineare come la maggioranza dei rispondenti avrebbe piacere di trovare una programmazione di eventi culturali a cadenza periodica, tra cui piccoli concerti, laboratori di disegno, presentazioni di libri, etc. Dal punto di vista del Museo di San Marco, ciò contribuirebbe a favorire una continuità nella fruizione degli spazi museali durante i periodi di minore affluenza turistica, oltre a permettere al museo di abbracciare la sua naturale vocazione di aggregatore sociale e di centro di cultura.
Alice Carrara
I
Ho trovato la lettura dei risultati molto interessante.
Credo che l’incremento dei mezzi didattici sia importante, come emerge dalle interviste, come pure sarebbe meraviglioso che il museo diventasse un punto di riferimento per piccoli eventi culturali. Sarebbe importante anche per i residenti del quartiere. A questo proposito sarebbero da incrementare i contatti con le associazioni dei cittadini, come quella che afferisce al quartiere di San Lorenzo, che negli ultimi tempi ha svolto un’importante azione di diffusione di notizie e volano di iniziative.
La presenza di un museo come San Marco per noi tutti è fondamentale, rispetto ai grandi musei che attirano ormai solo turisti.
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