Il Museo di San Marco partecipa alle celebrazioni in onore di Sant’Antonino Pierozzi (Firenze, 1389-1459), frate domenicano e compatrono di Firenze, di cui si ricordano i Cinquecento anni dalla canonizzazione, avvenuta il 31 maggio 1523. Vicario dell’Osservanza domenicana, priore del convento di San Marco all’epoca della fondazione medicea e poi arcivescovo di Firenze, Antonino “dei consigli”, come lo chiamavano i fiorentini, fu figura esemplare di riformatore, teologo e scrittore del primo Quattrocento italiano.
Il Museo di San Marco, per l’occasione, gli dedica un nuovo Quaderno di studi, il quinto della collana, una mostra nel Refettorio piccolo e il nuovo allestimento della cella dove secondo la tradizione abitò come priore.
La pubblicazione del volume Sant’Antonino Pierozzi nel Museo di San Marco nel V centenario della canonizzazione, a cura di Angelo Tartuferi, edito da Sillabe, e il restauro della tela di Piero del Pollaiolo, raffigurante Sant’Antonino ai piedi del Crocifisso, si devono al generoso sostegno dei Friends of Florence, grazie al dono di The Houston Family Foundation, e all’indispensabile collaborazione di Simonetta Brandolini d’Adda. I Friends of Florence confermano così, nel loro venticinquesimo anno di attività, il rapporto di speciale amicizia che li lega al Museo di San Marco.

Il restauro della grande tela con Sant’Antonino ai piedi del Crocifisso, oggi attribuita a Piero del Pollaiolo (Firenze 1441/42 – ante 1496), appare particolarmente significativa sia sul versante artistico sia su quello della devozione al Priore di San Marco, titolare di questo ruolo chiave dal 1439 al 1444. Il dipinto, assegnato dalle fonti antiche al minore dei due celebri fratelli – che gli studi di anni più recenti individuano come il vero pittore, oltretutto di grande levatura, mentre Antonio era soprattutto l’eccezionale orafo e scultore che ben conosciamo – era arrivato fino a noi in condizioni conservative assai precarie. La lunga esperienza e il costante aggiornamento professionale di una restauratrice del calibro di Lisa Venerosi Pesciolini, ha consentito non soltanto di fermare l’inevitabile degrado dell’opera a quarant’anni esatti dall’ultimo restauro, ma soprattutto di proporne una nuova e insperata leggibilità.

L’opera può dirsi adesso completamente recuperata anche dal punto di vista del giudizio critico e s’impone come uno degli esemplari più alti dell’ultima fase di attività dell’artista. La sua iconografia ripropone il tema fondamentale della spiritualità domenicana, quello cioè della condivisione della sofferenza del Cristo sulla Croce, rappresentata da Beato Angelico in tutti gli affreschi delle celle del corridoio dei novizi con San Domenico nelle diverse posture di preghiera; nel San Domenico che abbraccia il Crocifisso di fronte all’Annunciazione del primo piano; e soprattutto nell’affresco con San Domenico ai piedi del Crocifisso che si offre alla vista dei visitatori appena entrati nel Museo, proprio in fondo al Chiostro di Sant’Antonino.
Piero del Pollaiolo sostituisce la figura di San Domenico ai piedi del Crocifisso con quella del Santo fiorentino, circondato da un’abside di cipressi, nel dipinto eseguito secondo la Cronaca di Padre Serafino Razzi nel 1483, per essere collocato sopra un semplicissimo altare in mattoni intonacato, addossato all’estremità sinistra del tramezzo della chiesa di San Marco, per segnalare il punto preciso della sua tumulazione.

La tela resterà in mostra fino al 30 marzo 2024 nella sala del Refettorio piccolo, più nota come Sala del Ghirlandaio, affiancata dai due angeli reggicandelabro dipinti nel 1523 da Fra Paolino da Pistoia che vennero posti ai lati della tela di Piero del Pollaiolo, sull’altare ligneo allestito dall’architetto e scultore Baccio d’Agnolo (1462-1543) in occasione della canonizzazione di Antonino Pierozzi.

All’interno della stessa mostra, nel Refettorio piccolo, il pubblico potrà anche apprezzare un bellissimo ritratto in terracotta di Antonino Pierozzi, originariamente policroma, ora attribuito a Baccio da Montelupo (Montelupo 1469 – Lucca 1537?) dallo specialista David Lucidi – che nel 2022 ha pubblicato un’ampia monografia dedicata allo scultore “savonaroliano” – con la datazione sulla metà dell’ultimo decennio del Quattrocento.
Si tratta di un’immagine di straordinaria forza espressiva, caratterizzata da un naturalismo respirante, derivata dalla maschera funebre di Sant’Antonino esposta nella sua cella al Primo Piano del Museo. L’opera, danneggiata all’inizio del secolo scorso, è stata recuperata dall’ottimo restauro di Giulia Basilissi, funzionaria restauratrice della Direzione regionale musei della Toscana.

«Per il restauro del raffinato dipinto su tela con Sant’Antonino ai piedi del Crocifisso, realizzato magistralmente da Lisa Venerosi Pesciolini, e per questa pubblicazione – dice Stefano Casciu – dobbiamo ancora una volta ringraziare i Friends of Florence, e la loro presidente Simonetta Brandolini d’Adda, per il costante supporto che hanno dato ed ancora rinnovano nei confronti del Museo di San Marco, in questo caso grazie al contributo della Houston Family Foundation».
«La tela di Piero del Pollaiolo e il busto di Baccio da Montelupo, oltre a illustrare splendidamente la figura di Sant’Antonino, rappresentano due recuperi fondamentali per le raccolte del museo fiorentino – sottolinea Angelo Tartuferi».

«Tornare al Museo di San Marco per Friends of Florence è sempre un’esperienza davvero importante: è infatti un luogo molto caro alla nostra Fondazione – afferma la Presidente Simonetta Brandolini d’Adda – Dopo gli interventi agli affreschi nel Chiostro di San’Antonino, alla Crocifissione e Santi di Beato Angelico nella sala del Capitolo, dopo il riallestimento della Sala d’Ospizio e il restauro alla Pala di Bosco ai Frati del Beato Angelico, il dipinto Sant’Antonino ai piedi della Croce di Piero del Pollaiolo è il nostro quinto progetto di restauro qui a San Marco. Ringrazio a nome della Fondazione il Dott. Stefano Casciu della Direzione Regionale Musei della Toscana, il Direttore del Museo di San Marco il Dott. Angelo Tartuferi per averci offerto l’opportunità di contribuire alla salvaguardia di quest’opera così affascinante e Lisa Venerosi Pesciolini che ha realizzato questo magistrale restauro. Il nostro grazie va inoltre a The Houston Family Foundation, i nostri donatori che hanno reso possibile l’intero intervento».

Dopo il riallestimento del Quartiere di Savonarola, inaugurato nel dicembre del 2022 e documentato nel Quaderno N. 4 del Museo, in questa occasione è stata riallestita anche la cella di Sant’Antonino, retrostante la parete su cui è dipinta la celeberrima Annunciazione di Beato Angelico, icona del Museo di San Marco e del primo Rinascimento fiorentino. All’interno della cella è stato ricollocato l’Albero genealogico del santo del secolo XVIII, recuperato dal deposito del Museo e appositamente restaurato, e la grande urna che nel 1869, all’apertura del Museo, conteneva oggetti, reliquie, documenti e opere d’arte legati alla figura di Sant’Antonino. Oggi l’urna è vuota, ma assolverà, come allora, alla funzione di fare da supporto al feretro “celeste e oro”, sopra al quale il corpo del Santo fu traslato nella cappella Salviati, nel braccio destro della basilica di San Marco, e portato in processione in occasione della peste del 1630.

La consueta e fruttuosa collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Firenze, grazie a una convenzione stipulata nel 2023 tra Accademia e Direzione Musei della Toscana, ha visto la partecipazione delle allieve del Corso di Progettazione e Allestimenti Spazi Espositivi alla fase progettuale della mostra. Inizialmente la mostra avrebbe dovuto essere allestita nella Sala Capitolare, dove si trova il grande affresco con la Crocifissione di Beato Angelico. Successivamente, dopo una più attenta valutazione, si è deciso di spostarla nel Refettorio piccolo. I progetti espositivi sono stati verificati e discussi in varie occasioni con Angelo Tartuferi, Direttore del Museo, con le curatrici della collezione Anna Soffici e Laura Pellegrini, e soprattutto con l’arch. Andrea Gori, referente tecnico del Museo, il quale ha personalmente seguito lo sviluppo delle proposte, curandone gli aspetti esecutivi. Gli elaborati delle studentesse dell’Accademia di Belle Arti (Elena Biondi, Yao Gao, Anna Rippa, Fiorella Saturno Imbrogno, Hesen Yang, Mara Zaccaria) sono esposti nella Sala Capitolare del Museo.



Sempre notizie interessanti e storiche che e’ un piacere conoscere. Il museo e’ bellissimo. Il Beato Angelico ha realizzato dipinti straordinari. Un plauso a LUI ED a TUTTI COLORO CHE NE HANNO CONDIVISO IL VALORE IERI ED OGGI.
Daniela C.
"Mi piace""Mi piace"
San Marco is coming alive under the guidance of Angelo Tartuferi, Director of the San Marco Museum and the Friends of Florence.
"Mi piace""Mi piace"