“C’era una volta al museo”. Un’esperienza intergenerazionale di educazione al patrimonio

Capita che spiegando si impari, guardando insieme si scoprano cose mai notate prima, insegnando ci si appassioni a quello che si credeva di sapere. Capita a tutte le età, e a me che sono insegnante succede spesso: è uno degli aspetti più entusiasmanti di questo lavoro. Da qualche anno insegno storia dell’arte in un liceo artistico di Cecina (ISISS Polo-Cattaneo), e quest’anno ho una bella terza liceo di ragazzi intellettualmente molto vivaci, positivi e pieni di idee: è grazie a loro che è stato possibile fare un lavoro che, dentro e fuori dall’aula, li ha coinvolti in prima persona in un esperimento di didattica della storia dell’arte rivolto a una classe di bambini della vicina scuola primaria Guerrazzi.

Il progetto è stato pensato come un percorso articolato in più fasi: una prima fase, al locale museo archeologico di Cecina, di osservazione, sperimentazione e restituzione di un’esperienza didattica condotta dagli operatori della cooperativa Itinera con una classe di scuola primaria (osservazione e apprendimento di un metodo); una seconda fase condotta dai miei alunni, di ideazione e progettazione di un percorso, pensato e poi realizzato, per alcune classi quinte della scuola primaria (dove i ragazzi del liceo sono andati a tenere alcune lezioni e laboratori), e infine concluso al Museo di San Marco a Firenze (museo scelto per le sue dimensioni contenute e la coincidenza con gli argomenti affrontati in terza liceo artistico).

Io ho proposto loro il Beato Angelico perché per me il museo di San Marco, dedicato in gran parte a questo artista, è tra i primi ricordi infantili di un museo, e l’ho visitato più e più volte da bambina, ogni volta con rinnovato stupore. Avevo un libretto, del formato A5 dei libretti della Walt Disney che si compravano in edicola negli anni Ottanta, ma questa volta illustrato con immagini ben più favolose, e con il testo di Giorgio Bonsanti (Firenze, l’Angelico al convento di S. Marco, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1980). Lo conservo ancora oggi e l’ho mostrato ai ragazzi, proponendo loro di lavorare sulle storie delle predelle, quelle che più mi appassionavano da bambina.

Copertina del libro di Giorgio Bonsanti, Firenze, L’Angelico al convento di S. Marco, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1980

Inoltre, ci siamo accorti che le predelle sono all’altezza ideale dei bambini, e sono le parti che più possono attirare la loro attenzione. Ecco, è stato un esperimento di risveglio dell’attenzione, sia nei giovani docenti – oggi portati molto facilmente a disperderla – che nei bambini, che non chiedevano altro che storie.

Beato Angelico, Guarigione del Diacono Giustiniano, predella della Pala di San Marco, Museo di San Marco, Firenze

Nello sviluppare un discorso sulla predella, ci è stato utile il materiale didattico fornito dal settore Uffizi kids, quindi i ragazzi hanno approfondito e studiato alcune pale d’altare, selezionando la predella ora smembrata della Pala di San Marco, che hanno ricostruito virtualmente per raccontare la storia dei Santi Cosma e Damiano. Forti delle loro competenze grafiche apprese a scuola (il loro è un indirizzo grafico) e della pratica esperta con il fumetto, hanno preparato alcuni laboratori sul fumetto, nella convinzione che la biblia pauperum delle predelle, le storie per immagini, oggi possono essere raccontate anche con uno dei mezzi più amati dai giovani lettori: il fumetto, che ben richiama la predella, per il formato orizzontale e lo svolgimento narrativo delle scene. Inoltre, i ragazzi hanno scoperto che anche l’Angelico aveva fatto dei fumetti, e questo li ha molto divertiti.

Beato Angelico, Sepoltura di Cosma e Damiano e dei loro fratelli con cammello che parla (“Nolite eos separare a sepoltura, quia non sunt separati a merito”= Non separateli nella sepoltura, perché non sono separati nel merito), predella Pala di San Marco, Firenze, Museo di San Marco

Dopo aver studiato molto – moltissimo, per i loro standard – sono quindi andati in classe, e hanno tenuto ai bambini lezioni sull’Angelico, su cosa sono le pale d’altare e le predelle, e sulla chiesa e il convento di San Marco nel ’400, quindi nel corso di vari incontri hanno realizzato con loro dei fumetti sulle storie di Cosma e Damiano.

Beato Angelico, Cosma e Damiano condannati al rogo, predella della Pala di San Marco, Dublino, National Gallery of Ireland

Infine, siamo andati tutti insieme a visitare il museo di San Marco. I bambini, in classe e poi al museo di fronte alle opere, hanno risposto con un entusiasmo che ha stupito i ragazzi più grandi. Si potranno usare molte formule per questo tipo di didattica esperienziale – laboratorio, flipped classroom, apprendimento significativo – ma quello che ho visto in molti di loro è stata l’emozione nel vedere l’entusiasmo dei bambini, e nello scoprire, osservando e parlando insieme, cose che già pensavano di sapere – che è appunto la bellezza dell’insegnamento.

Margherita d’Ayala Valva

Disegno delle scene della predella della Pala di San Marco

“C’era una volta al museo”. Il racconto degli studenti del Liceo Artistico di Cecina

Quest’anno scolastico noi studenti della 3ALG abbiamo preso parte al progetto “C’era una volta al museo”.

Si è trattato di un percorso dove ci siamo impegnati in attività ricreative e istruttive con i bambini delle classi quinte dell’Istituto Comprensivo Francesco Domenico Guerrazzi di Cecina.

Dopo aver seguito la visita al museo archeologico, sperimentato alcuni laboratori di scrittura etrusca e giocato insieme ai bambini, abbiamo deciso di puntare sulla curiosità dei bambini che abbiamo conosciuto, e sulla loro genuina passione per le storie.

Abbiamo iniziato introducendo loro un pittore italiano del XV secolo, Beato Angelico, artista scelto perché riusciva a raccontare, tramite immagini, storie avvincenti e comprensibili anche dai più piccoli.

Beato Angelico, Crocifissione di Cosma e Damiano, predella della Pala di San Marco, Monaco, Alte Pinakothek

Ci siamo soffermati sulle predelle, perché sono a un’altezza ideale per i bambini e perché raccontano delle vicende con una successione di scene e quindi una struttura simile ai fumetti. La predella su cui ci siamo focalizzati è quella della Pala di San Marco, che illustra le storie di Cosma e Damiano. Erano – abbiamo spiegato ai bambini – i due Santi protettori della famiglia Medici, tra le più ricche e influenti a Firenze.

Successivamente abbiamo deciso di aiutare i bambini a realizzare la loro versione delle scene della predella. In questa fase tutti si sono impegnati con passione, disegnando, colorando e facendo le nuvolette dei personaggi, immaginando cosa potessero dire con una creatività e una fantasia che ci hanno lasciati a bocca aperta. I cartelloni sono stati realizzati benissimo e sono tuttora esposti nei corridoi della scuola primaria: alcuni bambini erano così bravi a disegnare da farci sentire, noi studenti di liceo artistico, molto inferiori!

Disegno della guarigione di Palladia
Beato Angelico, Guarigione di Palladia, predella della Pala di San Marco, Washington, National Gallery

L’altra parte del progetto comprendeva la visita al Museo di San Marco, dove noi ragazzi delle superiori dovevamo spiegare le opere studiate in classe.

Al museo abbiamo visto le opere e le cellette dei frati, da cui i più piccoli sono rimasti affascinati, ma anche noi ragazzi che, dopo averle tanto studiate, come loro le vedevamo per la prima volta.

Per stimolare la partecipazione dei bambini, li abbiamo invitati alla ricerca di animali all’interno delle tavole dipinte e degli affreschi, ci siamo ispirati al percorso sugli animali nascosti che abbiamo trovato sul blog del Museo di San Marco. Il gioco si è poi concluso con la consegna di medaglie da noi realizzate a coloro che hanno trovato più animali (qualcuno ha provato a imbrogliare e aveva una lista di una cinquantina di animali!). La risposta dei bambini è stata per noi molto appagante: si sono dimostrati ottimi ascoltatori, prendendo appunti con attenzione e curiosità.

Anche noi ragazzi abbiamo svolto un attento lavoro, documentandoci con cura per poter rispondere a tutte le domande, in particolare sui santi, i loro attributi, le simbologie e le loro storie. Abbiamo scelto di non parlare molto di stile, di Rinascimento e Umanesimo, temi che abbiamo pur affrontato in classe quest’anno, perché erano difficili da spiegare, e poi erano le storie a interessare i bambini.

Un momento della visita guidata degli studenti del Liceo Artistico di Cecina (ISISS Polo-Catteneo) ai bambini della Scuola Primaria Guerrazzi di Cecina

Gli incontri e i laboratori nelle loro classi, la visita al museo archeologico e il nostro lavoro di studio e di progettazione sono state occasioni per l’educazione al patrimonio e alla didattica museale, ma soprattutto sono state fasi che hanno suscitato emozioni, divertimento e un notevole apprendimento per tutti.

Classe 3ALG, ISISS Marco Polo-Cattaneo, Cecina

Con grande piacere pubblichiamo il contributo degli studenti e studentesse del Liceo Artistico di Cecina, con l’introduzione di Margherita d’Ayala Valva, loro insegnante di Storia dell’Arte, in cui si racconta un’esperienza didattica virtuosa di educazione al patrimonio museale, attraverso la narrazione per immagini e il dialogo intergenerazionale che ha coinvolto anche il Museo di San Marco. Il progetto di rete (ISISS Marco Polo-Cattaneo, Cecina – Istituto comprensivo Francesco Domenico Guerrazzi, Cecina – Cooperativa Itinera) è anche un progetto P.C.T.O. (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento).

Disegno dell’intera predella della Pala di San Marco realizzato dai bambini della classe 5C della Scuola Primaria Guerrazzi, con la supervisione degli studenti della classe 3 ALG del Liceo Artistico ISISS Polo-Cattaneo, Cecina

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