Giuseppe Averani a San Marco. Ritratto di un giurista, teologo, fisico sperimentale

Il primo monumento funerario che si incontra entrando nel Chiostro di Sant’Antonino, immediatamente prima del sepolcro intitolato ad Anton Francesco Gori, è quello di un altro illustre toscano, Giuseppe Averani (1662 – 1738), oggi poco noto al grande pubblico, ma assolutamente da riscoprire. Tra i due personaggi esiste qualcosa di più della mera vicinanza dei rispettivi cenotafi: entrambi furono uomini di lettere e grandi ricercatori nei propri specifici campi disciplinari; entrambi ricevettero un’educazione classica da parte del medesimo maestro Anton Maria Salvini; ed infine il medaglione marmoreo che ritrae Giuseppe Averani di profilo, fu eseguito da Giovanni Domenico Ferretti che di Gori era cugino.

Giovanni Domenico Ferretti, Monumento funerario intitolato a Giuseppe Averani, Chiostro di Sant’Antonino, Museo di San Marco, Firenze

Dobbiamo però fare attenzione a non ridurre la vita di questo importante erudito a un semplice elenco di collegamenti con altri personaggi, poiché la statura intellettuale di Averani è tale da farlo ergere tra i grandi della sua generazione.

Nato a Firenze il 20 marzo del 1662, il giovane Giuseppe studiò a Pisa dove, sotto la guida del fratello Benedetto, celebre grecista e latinista, e di Anton Maria Salvini, nel 1684 ottenne la laurea dottorale in giurisprudenza per poi diventare docente di istituzioni di diritto civile nello stesso Ateneo pisano a partire dal 1685.

Nel 1688 il Granduca Cosimo III de’ Medici lo nominò precettore del figlio Gian Gastone per le materie giuridiche, e nello stesso anno a Pisa giunsero numerosi studenti italiani e europei attirati dal prestigio che questo giurista stava ottenendo anche fuori dei confini del Granducato di Toscana. Futuri funzionari e intellettuali come Angelo Maria Tavanti, Pompeo Neri, Bernardo Tanucci e molti altri protagonisti della storia e della vita culturale del Granducato durante il XVIII secolo furono allievi di quest’uomo dal multiforme ingegno.

Oltre a essere un celebrato esperto di diritto (diverrà anche membro della Rota fiorentina e verrà chiamato più volte a dirimere questioni giuridiche per la Rota romana), Giuseppe Averani si dedicò con profitto anche a molte altre materie come la geografia antica, la teologia, l’astronomia, la geometria, la fisica sperimentale; e proprio la passione per quest’ultima gli valse l’ingresso nella prestigiosa Royal Society di Londra durante gli anni della direzione da parte di Sir Isaac Newton. Il giardino dell’Orto Botanico dell’Università di Pisa divenne teatro di numerose dimostrazioni scientifiche con le macchine pneumatiche di Robert Boyle ed esperimenti di ottica e di elettricità.

Nel 1694 Cosimo III lo incaricò di condurre nella Galleria Medicea di Firenze, insieme a Carlo Targioni, degli esperimenti con uno specchio ustorio realizzato dal matematico tedesco Benedetto Bregens, per verificare gli effetti del calore sulle pietre dure.

A partire dal 1697 divenne Accademico della Crusca, dove ricoprì anche il ruolo di censore dal 1718, e si occupò con zelo della redazione della quarta edizione del Vocabolario curando le voci latine.

Al 1721 risale una medaglia celebrativa commissionata dai suoi studenti allo scultore Massimiliano Soldani Benzi, che presenta sul recto il ritratto di Averani di profilo, a guisa dei cammei antichi, e sul verso un tempio tetrastilo con al centro il simulacro della dea Temi, che nella Grecia antica personificava, nei tribunali e nelle assemblee, l’ordine e la legalità nella vita pubblica e politica. Ai lati le statue dell’Abbondanza e della Giustizia; in alto la figura allegorica della Conoscenza e sullo sfondo il Parnaso con Pegaso in volo e tre Muse.

Ritratto di Giuseppe Averani, incisione di Carlo Gregori su disegno di Giovanni Domenico Ferretti, 1734/1759

Giuseppe Averani morì a Firenze il 24 agosto del 1738 e secondo le sue disposizioni testamentarie i suoi beni furono offerti ai poveri, mentre la sua cospicua biblioteca fu donata all’Università di Pisa. I suoi scritti, raccolti in uno zibaldone intitolato Lezioni toscane, verranno pubblicati in tre volumi a partire dal 1744, dietro la supervisione di, ancora lui, Anton Francesco Gori. Tra i suoi numerosi saggi, si segnala il curioso Del vitto e delle cene degli antichi, un libello nel quale l’autore discetta, con dovizia di particolari, delle abitudini gastronomiche e gastrosofiche degli antichi romani, con il supporto di numerose citazioni di autori latini.

La tomba di Averani fu commissionata da Antonio Niccolini, marchese di Ponsacco e Camulia, suo ex-allievo (si laureò nel 1723 in utroque iure) a Girolamo Ticciati, scultore e architetto allievo di Giovanni Battista Foggini. L’iscrizione, composta dallo stesso Niccolini, recita:

A GIUSEPPE AVERANI / CITTADINO FIORENTINO, FRATELLO DI BENEDETTO E NICCOLÒ / PER 53 ANNI PROFESSORE DI DIRITTO PRESSO L’ATENEO PISANO / MASSIMO GIURECONSULTO DEL TEMPO SUO / INSIGNE PER LE CONOSCENZE DI FILOSOFIA, DI GEOMETRIA, D’ASTRONOMIA, / DI LETTERE GRECHE E LATINE, DI POESIA, D’ELOQUENZA / E DI STORIA ROMANA / STIMATO PER LA RELIGIOSITÀ E I COSTUMI / ECCELLENTE PRECETTORE / CHE VISSE ANNI 75, MESI 5 E GIORNI 4 / E MORÌ IL 24 AGOSTO DELL’ANNO DALLA NASCITA DI CRISTO 1738 / ANTONIO NICCOLINI / DEI MARCHESI DI PONSACCO / E CAMUGLIANO / A PROPRIE SPESE QUESTO MONUMENTO CURÒ CHE FOSSE ERETTO* – *H[OC] M[ONUMENTUM] D[E] S[UA] P[ECUNIA] F[IERI] C[URAVIT]

 

La traduzione dell’epitaffio dal latino è a cura di Sergio Amato

Per saperne di più:

G. Averani, Del vitto e delle cene degli antichi, in Lezioni toscane, vol. 3, 1761, pp. 1-268.

G. Averani, Esperienze fatte con lo specchio ustorio, in Lezioni toscane, vol. 2, 1761, pp. 119-185.

N. Carranza, voce Averani Giuseppe in Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 4, 1962

M. De Luca Savelli, La scultura, in La Chiesa e il Convento di San Marco a Firenze, Volume II, 1990, pp. 263-294

E. Salerno, Stare pactis and neutrality. Grotius and Pufendorf in the political thought of the early eighteenth century Grand Duchy of Tuscany, in Antonella Alimento (a cura di), War, Trade, and Neutrality. Europe and the Mediterranean in the Seventeenth and Eighteenth Centuries, Milano, Franco Angeli, 2011, pp. 188-202 (pp. 192-194)
 
E. Salerno, Giusnaturalismo e discussione politica nella Toscana della prima metà del Settecento. Neutralità, indipendenza e governo giusto da Sutter a Buondelmonti (1703-1755), Tesi di dottorato, Scuola di dottorato in Scienze politiche e Sociali, Università di Pisa, 2012 (pp. 66-77, 137-141)

S. Ragni, I sepolcri monumentali nella Firenze del Principato (1600-1743). Dagli ultimi anni del regno di Ferdinando I fino alla fine della dinastia medicea, 2020, p. 259

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