Anna Zanoli, laureata in storia dell’arte con Roberto Longhi, ha lavorato a lungo per la televisione italiana come autrice di importanti servizi e documentari su artisti, opere, restauri, mostre e temi legati alla tutela del patrimonio. Fra il 1972 e il 1974 ha curato per la RAI il programma “Io e…”, una trentina di puntate in cui personaggi famosi del mondo della cultura raccontano un’opera d’arte a cui si sentono particolarmente legati: Bassani, Bianchi Bandinelli, Fanfani, Fellini, Gassman, Guttuso, Moravia, Pasolini, Tobino, Zavattini, Zeffirelli… Nel 1973, il 19 luglio, andava in onda la puntata dal titolo: Giorgio La Pira e l’Annunciazione di Beato Angelico.
Immagini rare e preziose, dai colori segnati dal tempo, delle celle e degli affreschi del Museo di San Marco, prima dell’esemplare restauro condotto da Dino Dini tra il 1975 e il 1983. Con un La Pira quasi settantenne, cicerone d’eccezione, sottratto agli impegni internazionali per la pace di quegli anni, a illustrare l’incomparabile Annunciazione: “vertice spirituale” al centro del dormitorio del convento.
“Questo dipinto” – sono le sue parole – “è non solo l’ingresso del convento di San Marco; è l’ingresso della città di Firenze, che riconosce nell’Annunciazione la svolta della storia del mondo; è veramente il centro del pensiero e della pittura del Beato Angelico”.
Con il suo stile personalissimo e inimitabile, fatto di gestualità coinvolgente, slanci oratori e passione sincera, La Pira rifugge dalle minuzie formali e delinea, con ampie e salde “pennellate” (alla Beato Angelico, verrebbe da dire), una sintesi vigorosa di pensiero, un affresco potente (e dolce al tempo stesso) dove si fondono arte, storia e spirito profetico e dove l’umano e il divino, mirabilmente, si incontrano (“Non sono mica un critico d’arte” – dice – “ma devo pensare le cose!”).
Per La Pira, quella di Beato Angelico è “una pittura che, mentre sembra astratta, in realtà è estremamente concreta, perché riflette immagini umane, nelle quali c’è una luce particolare, la luce di Dio che si specchia nelle creature…una lezione di realismo, ma un realismo trasfigurato”.
Fra i temi toccati: le origini contadine di Beato Angelico e la sua vocazione contemplativa: pittore “autentico, robusto, saldo” fondato su Giotto e Masaccio; il concilio ecumenico di Firenze del 1439 e l’unione fra occidente e oriente; l’importanza di Dante e Tommaso d’Aquino; il significato speciale dell’Annunciazione, collocata idealmente al centro di un triangolo spirituale, culturale e politico formato da convento di San Marco, Palazzo Medici e Palazzo della Signoria (un triangolo e un “destino” universale, quello di Firenze, di cui La Pira sindaco si sentiva parte).




Alcune intuizioni sull’arte dell’Angelico meritano attenzione: l’importanza del colore bianco e la sua matrice dantesca; il “gemellaggio misterioso” con il grande pittore russo di icone Andrej Rublëv; la consonanza con la renovatio di Savonarola, “un grandissimo pensatore e un santo”, influenzato dalla bellezza e dalla purezza di Beato Angelico.
Infine, davanti all’Annunciazione, tutto l’ardore di una visione profetica dell’arte e della storia: “Quando vengono qui i turisti, da ogni parte del mondo, portano nel cuore un messaggio – non è una cosa turistica! – portano una bellezza profonda: fiorisce il mondo! – E la guerra? – La guerra non ci sarà mai più: fiorisce il mondo! Ecco, come lì (indicando il prato fiorito), c’è la Primavera, e in quella piccola finestrella (nella camera della Vergine) c’è un futuro dei millenni, i quali si svolgeranno in conformità a Nazareth, con l’annunzio a Maria, con l’Annunziata!”
Mettiamoci comodi, dunque, e regaliamoci venti minuti di bellezza e pensiero.
Giorgio La Pira e l’Annunciazione di Beato Angelico, regia di Paolo Gazzara (19 luglio 1973), dal programma “Io e…” di Anna Zanoli, RAI (durata c.a. 20’). Il video è stato reso disponibile su YouTube dalla Fondazione Giorgio La Pira:
a cura di Alessandro Santini
Grazie dell’interessante articolo!
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