Fra Angelico: Heaven on Earth (Beato Angelico: Paradiso in terra) è la mostra che l’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston, Stati Uniti, dedicherà al frate pittore di San Marco dal 22 febbraio al 28 maggio 2018. Incentrata sul meraviglioso talento narrativo dell’Angelico attraverso una selezione di opere esemplari (provenienti per lo più dall’Italia), rappresenta un’occasione unica per assistere ad una inedita “reunion”.
Una speciale collaborazione con il Museo di San Marco consentirà infatti, per la prima volta in assoluto, di vedere riuniti i quattro bellissimi tabernacoli-reliquiari (appena restaurati), dipinti da Beato Angelico per la basilica domenicana di Santa Maria Novella a Firenze. Tre sono esposti nel Museo di San Marco, uno allo Stewart Gardner Museum.




Sono quattro tavole dipinte, con cornici che contenevano reliquie (erano poste sull’altare nelle solennità), fatte eseguire dal frate Giovanni Masi tra il 1424 (quando risulta “sacrista” di Santa Maria Novella) e il 1434 (anno di morte). È probabile che siano state realizzate in tempi diversi, ma sono accomunate dal soggetto mariano, diviso in momenti salienti: Annunciazione e Adorazione dei Magi, Dormitio e Assunzione della Vergine, Incoronazione della Vergine, Madonna col Bambino in gloria. Il tabernacolo di Boston, che risulta separato dagli altri già ai primi dell’800, fu acquistato dalla collezionista Isabella Steward Gardner nel 1899: era la prima opera di Beato Angelico ad arrivare negli Stati Uniti. Il confronto diretto fra le quattro tavole è un’opportunità unica per valutarne similitudini e differenze, nonché per affrontarne le problematicità e i dubbi critici, che riguardano soprattutto l’opera di Boston (priva di predella e rimaneggiata).
I quattro tabernacoli, protagonisti della mostra, saranno affiancati da altre opere importanti di Beato Angelico e del suo ambito.
C’è bisogno della mostra di Boston per vedere ricomposta (non per la prima volta) anche la splendida Pala di Sant’Egidio dell’Angelico, ancora divisa (inspiegabilmente) tra due istituti fiorentini dello stesso ministero: l’Incoronazione della Vergine (o Paradiso) della Galleria degli Uffizi (più propriamente: Cristo pone una gemma sulla corona di Maria) e la sua predella del Museo di San Marco (Sposalizio della Vergine e Dormitio della Vergine). In origine, la pala era posta sul tramezzo della chiesa (delle monache oblate) di Sant’Egidio, a Firenze, presso l’Ospedale di Santa Maria Nuova.



Ancora dal Museo di San Marco, giungeranno un pannello dell’Armadio degli Argenti per gli ex-voto della Santissima Annunziata (undici episodi, dalla Salita al Calvario alla Lex Amoris) e la predella con le Storie di Cosma e Damiano della Pala di Annalena (o Pala Medici), che testimoniano l’eccezionale capacità nello “storytelling” di Beato Angelico e della sua scuola (per la predella si fa il nome di Zanobi Strozzi). Alcune scene dell’Armadio, come la Deposizione di Cristo nel Sepolcro, l’Ascensione, la Pentecoste, il Giudizio finale e l’Incoronazione della Vergine potranno essere messe a confronto con gli analoghi soggetti delle altre opere in mostra.


Dall’Italia arriverà anche l’affascinante Trittico della Galleria Nazionale di Palazzo Corsini (Roma), con le tre scene del Giudizio finale, Ascensione e Pentecoste, vicine all’ Armadio degli Argenti, agli affreschi di Orvieto e alla cappella Niccolina. Opera destinata probabilmente alla devozione privata (forse commissionata dal Torquemada), vede impegnati l’Angelico e i suoi collaboratori nel primo soggiorno romano. Il Giudizio del Trittico Corsini, come il Giudizio del Trittico di Berlino, potrebbe derivare dal perduto Giudizio finale affrescato dall’Angelico per papa Eugenio IV in Vaticano.

Restaurata per l’occasione, sarà in mostra anche la dibattutissima Deposizione di Cristo nel Sepolcro della National Gallery di Washington, per alcuni dell’Angelico, per altri di Jacopo del Sellaio, per altri ancora, addirittura, di Filippo Lippi. Forse fiorentina (da palazzo Medici), forse romana (dalla Cappella Niccolina). Indubbiamente, un’opera intrigante da riconsiderare.

Il catalogo della mostra, a cura di Nathaniel Silver, curatore del Gardner Museum, presenta nove saggi che si propongono di mettere in discussione l’immagine prevalente di Beato Angelico “pittore tradizionale di devote Madonne”, per ricollocarlo all’apice dello sviluppo artistico rinascimentale rivelandone i rapporti di ambito domenicano, fondamentali per il suo successo.
Gli autori dei contributi sono William Hood (Institute of Fine Arts), Jeremy Howard (University of Buckingham), Anne Leader (Independent Scholar), Laura Llewellyn (J. Paul Getty Museum), Chiara Pidatella (Tufts University), Gianfranco Pocobene (Isabella Stewart Gardner Museum), Carl Brandon Strehlke (Philadelphia Museum of Art), Marilena Tamassia (Museo di San Marco) e Beth Williamson (University of Bristol).
In parallelo con Fra Angelico: Heaven on Earth sarà visitabile l’esposizione Isabella’s relics, a cura di Casey Riley, che presenta oggetti poco noti, materiale d’archivio, articoli da collezione e piccolo antiquariato. Raccolti da Isabella Stewart Gardner, rivelano la sua passione per le “reliquie”, sacre e profane.
Stewart Gardner Museum di Boston: Sito ufficiale e pagina Facebook
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