Dopo l’urlo rabbioso di Eugenio Finardi (Come Savonarola), è la volta del vulcanico rapper pugliese Michele Salvemini, in arte Caparezza. Il suo Savonarola, nel brano Sono il tuo sogno eretico (2011), ci parla in prima persona, come un’anima dantesca. Lo incontriamo assieme ad altre due anime della storia “eretica”, Giovanna d’Arco e Giordano Bruno. Tre anime, la stessa sete di verità e la stessa condanna da parte del Potere: il rogo.
Il sogno eretico (Universal Music Group, 2011) è un album incentrato sull’idea di “eresia”, che, come spiega l’autore in alcune interviste (a Rockol e a CorriereTV, 2011), non va intesa solo dal punto di vista religioso, ma anche sociale e politico. Anche Caparezza si sente un po’ eretico, sia musicalmente (il suo non è mai stato un rap ortodosso…anche il rap e l’hip hop hanno i loro dogmi!), sia per le sue opinioni politiche, mai “allineate”. Ecco perché, secondo Caparezza, “essere eretici è una cura per il mondo di oggi, dove è tornato ad imperare il dogma, dove domina la frase è così punto e basta. Quel punto va sostituito con i due punti per cercare di spiegare le cose, avere senso critico, avere un’opinione, scardinare i dettami”. Giovanna d’Arco, Savonarola, Giordano Bruno (ma anche Galileo, protagonista dell’irriverente Il dito medio di Galileo dello stesso album) rappresentano questa idea di eresia.
Sono il tuo sogno eretico (non erotico, si badi bene) è un brano formidabile, dal ritmo serrato e coinvolgente, un arrangiamento che riecheggia la musica profana medievale e un testo tagliente ricco di rime e scoppiettanti giochi di parole.
Caparezza si immedesima nei tre “eretici” e parla in prima persona, dialogando con il coro (la voce del “popolino”). Savonarola, il “domenicano”, rinnova la sua vigorosa invettiva contro il potere corrotto del suo tempo, sia quello delle oligarchie aristocratiche (“i potenti della città”), sia quello del simoniaco papa Borgia (“Sua Santità, che vende cariche come babbà”). Dopo un riferimento al caso, tristemente attuale, della diffusione della pedofilia nel clero, Savonarola-Caparezza ci ricorda il tragico epilogo della sua esistenza terrena, prima l’impiccagione, poi il rogo ed, infine, la dispersione delle ceneri nel fiume Arno (da sottolineare la precisione storica, in quanto, secondo la vulgata popolare, erronea, Savonarola sarebbe stato arso vivo).
Al frate risponde beffardo il coro, che gli ricorda come, in una sorta di contrappasso (ancora Dante!), era stato proprio lui ad ordinare il “falò delle vanità” per bruciare le opere d’arte ed i libri da lui giudicati eretici (“Accendevi i falò laggiù, bruciavi i libri di Belzebù”).
Al che Savonarola, al pari di Giovanna d’Arco e Giordano Bruno, risponde sicuro con il ritornello, finale riaffermazione dell’ingiustizia subita e inedita provocazione per le coscienze: Mi bruci per ciò che predico, è una fine che non mi merito, mandi in cenere la verità perché sono il tuo sogno eretico. Perché forse, pur insidiato dai roghi del conformismo, un piccolo o grande desiderio di eresia, contro tutti i poteri del mondo, vive in ciascuno di noi.
Alessandro Santini
(Caparezza-Giovanna D’Arco)
Sono una donna e sono una santa,
sono una santa donna e basta,
sono stata una casta vincente prima che fosse vincente la casta.
Dalla Francia la Francia difendo, se l’attacchi la lancia ti fendo,
estraggo la spada dal cuoio, polvere ingoio ma non mi arrendo,
gli inglesi da mesi vorrebbero la mia capoccia in un nodo scorsoio, ohio!
Sono un angelo ma, con loro mi cambierò in avvoltoio, ohio!
Vinco una guerra contro l’Inghilterra non è che ‘ndo cojo, cojo!
Perchè sento le voci che non sono voci di corridoio, ohio!
(coro)
Va’ all’inferno satanassa, un letto di fiamme il tuo materasso!
La tua parola non vale più, accenditi fuoco spegniti tu!
(rit.)
Mi bruci per ciò che predico, è una fine che non mi merito,
mandi in cenere la verità perché sono il tuo sogno eretico,
io sono il tuo sogno eretico
io sono il tuo sogno eretico
io sono il tuo sogno eretico ammettilo, sono il tuo sogno eretico.
(Caparezza-Savonarola)
Invece io sono domenicano ma non chiedermi come mi chiamo,
qua è sicuro che non me la cavo, mi mettono a fuoco non come la Canon,
detesto i potenti della città detesto Sua Santità,
un uomo carico d’avidità che vende cariche come babbà.
La tratta dei bimbi come geishe cresce in tutto il clero
ma nessuno ne parla e il millequattro non è annozero
ed ora mi impiccano, mi appiccano come un bengala a capodanno,
di me rimarrà un pugno di cenere da gettare in Arno!
(coro)
Accendevi i falò laggiù, bruciavi i libri di Belzebù, era meglio mettere su i carboni del barbecue!
(rit.)
Mi bruci per ciò che predico, è una fine che non mi merito,
mandi in cenere la verità perché sono il tuo sogno eretico,
io sono il tuo sogno eretico
io sono il tuo sogno eretico
io sono il tuo sogno eretico ammettilo, sono il tuo sogno eretico
(Caparezza-Giordano Bruno)
Infine mi chiamo come il fiume che battezzò Colui nel cui nome fui posto in posti bui, mica arredati col feng shui.
Nella cella reietto perché tra fede e intelletto, ho scelto il suddetto,
Dio mi ha dato un cervello, se non lo usassi gli mancherei di rispetto,
e tutto crolla come in borsa la favella nella morsa, la mia pelle è bella arsa, il processo… bella farsa!.
Adesso mi tocca tappare la bocca nel disincanto lì fuori,
lasciatemi in vita invece di farmi una statua in Campo De’ Fiori.
(rit.)
Mi bruci per ciò che predico, è una fine che non mi merito,
mandi in cenere la verità perché sono il tuo sogno eretico,
io sono il tuo sogno eretico
io sono il tuo sogno eretico
io sono il tuo sogno eretico ammettilo, sono il tuo sogno eretico
vai alla prima puntata (Eugenio Finardi, Come Savonarola)
vai alla terza puntata (Giorgio Canali e Rossofuoco, La fine del mondo a Ferrara)
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