La Tebaide di Beato Angelico al Museo di San Marco

Si ricompone dopo più di settant’anni, alla Galleria degli Uffizi, un capolavoro di Beato Angelico: l’antica pala con l’Incoronazione della Vergine. Il dipinto è stato appena riunito con la sua predella, raffigurante lo Sposalizio e i Funerali della Vergine, custodita nel Museo di San Marco dalla fine della seconda guerra mondiale.

La pala dell’Incoronazione della Vergine proviene dalla chiesa fiorentina di Sant’Egidio; il suo arrivo alla Galleria degli Uffizi è databile intorno ai primi anni del Novecento. Le sorti della tavola e della predella si dividono dopo la seconda guerra mondiale: per proteggerla dai bombardamenti e dalle razzie dei nazisti, la pala viene infatti portata via da Firenze e messa in salvo in diverse località segrete, tra le quali il castello di Poppi e la Villa Medicea di Poggio a Caiano. Dopo la guerra, l’opera viene scomposta in due parti: la tavola con l’Incoronazione della Vergine, torna agli Uffizi; la predella con Lo Sposalizio e i Funerali della Vergine viene portata al Museo di San Marco, dove è stata esposta fino ad oggi.

Beato Angelico, Incoronazione della Vergine con predella, Firenze, Galleria degli Uffizi

In cambio, le Gallerie degli Uffizi hanno consegnato al Museo di San Marco la tavola della Tebaide, opera affascinante e controversa, attualmente attribuita al giovane Angelico. L’opera, da oggi esposta nella Sala del Beato Angelico, è arrivata agli Uffizi nel 1783 con l’attribuzione a Gherardo Starnina. Successivamente è stata attribuita a Pietro Lorenzetti, Maso di Banco, a un anonimo contemporaneo di Lorenzo Monaco e perfino a Paolo Uccello. È Roberto Longhi, nel 1940, a riferirla per primo agli esordi di Beato Angelico. L’attribuzione longhiana si è andata consolidando a partire dagli anni ’90 del Novecento, fino a trovare ulteriore conferma in Miklós Boskovits. Nel 2009 Antonio Natali, sparigliando vivacemente il dibattito, ha ipotizzato possa trattarsi di una copia settecentesca.

Beato Angelico, Tebaide, Firenze, Museo di San Marco

Il dipinto rappresenta con una ricchezza straordinaria di particolari le vite dei Santi Padri nel deserto, presso Tebe. Un paesaggio eremitico e montuoso, con a valle un fiume pieno di barchette, è popolato da una serie di piccoli personaggi che si affaccendano presso i romitori dei monaci; e poi animali, santi che resistono alle tentazioni del maligno, chiese, orti, alberi e una piccola folla di fedeli che vegliano Sant’Efrem. La scena è priva di un punto focale preciso e si scompone in una miriade di dettagli che inducono lo sguardo a perdersi, nella ricerca di particolari aneddotici e curiosi.

Ma le sorprese non finiscono qui. A San Marco arrivano dagli Uffizi anche quattro tavole monocrome di ignoto pittore del XVII secolo raffiguranti illustri membri dell’ordine domenicano (i Beati Giovanni Dominici, Lorenzo da Riprafratta, Costanzo da Fabriano, Antonio da Torino), finora custodite nel Gabinetto Disegni e Stampe delle Gallerie degli Uffizi, ma che alla fine Settecento si trovavano nell’antica Farmacia del convento di San Marco. Dopo un opportuno restauro, saranno esposte nel Museo.
Lo scambio delle opere è frutto della decisione congiunta dei direttori delle Gallerie degli Uffizi Simone Verde e della Direzione regionale musei della Toscana Stefano Casciu.

«L’ iniziativa si inserisce nei consolidati rapporti tra i musei fiorentini della Direzione regionale e le Gallerie degli Uffizi – spiega Stefano Casciu – rapporti fondati su un’eredità e una storia comuni di ascendenza medicea, poi lorenese e quindi sabauda, che sostanziano e strutturano l’intero sistema museale cittadino. L’arrivo della Tebaide a San Marco, esposta nella sala interamente dedicata alle pitture su tavola del Frate, costituirà un ulteriore motivo di interesse e di arricchimento per il pubblico selezionato ed esigente del Museo, diretto negli ultimi anni da Angelo Tartuferi, ed al quale la Direzione regionale musei della Toscana ha dedicato nel tempo energie ed impegno per la cura e la valorizzazione degli ambienti monumentali, delle opere, delle collezioni e dei nuovi allestimenti museali in costante rinnovamento».

Stefano Casciu, Direttore regionale musei della Toscana, accanto a Angelo Tartuferi, Direttore del Museo di San Marco, davanti alla Tebaide, appena collocata nella Sala di Beato Angelico

Un commento

  1. Buonasera; mentre leggo con piacere della ricomposizione dell’ Incoronazione della Vergine con la sua predella, mi dispiace per il trasferimento della Tebaide che rientrava nel bel progetto di un’ opera ad altezza di bambino. Pazienza! Ci sarà comunque l’ occasione per visitare il Museo con i miei piccoli nipoti e ritrovarla. Ilaria Anichini

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