Cos’è un centenario se non un’occasione per tornare a ragionare su figure del passato che ancora oggi hanno qualcosa da dirci? Il quinto centenario della canonizzazione di Antonino Pierozzi (1523-2023), celebrato nel Museo di San Marco con un Quaderno di studi, due restauri, una mostra e un nuovo allestimento della cella dove visse, ha avuto il merito di riportare all’attenzione del pubblico un Santo che con la città di Firenze si è sempre profondamente identificato.
Priore, arcivescovo, pastore domenicano, teologo e scrittore, Sant’Antonino è stato un protagonista di primo piano della storia politica e religiosa del Quattrocento fiorentino. Per questo sono numerose le fonti che ce lo raccontano; per questo la sua immagine inconfondibile «rimbalza sui muri delle chiese, dei musei e dei palazzi diffusa dal gran numero di busti in terracotta, stucco, legno e pietra sugli altari, nelle pareti e sulle facciate» della città (Alfredo Bellandi, ‘Vivide maschere’: portrait en-buste di Sant’Antonino nel Rinascimento, in Sant’Antonino Pierozzi nel Museo di San Marco, 2023, Sillabe).
Nei tre video che seguono, Angelo Tartuferi, Direttore del Museo di San Marco e curatore del Quaderno n.5 dedicato a Sant’Antonino, Anna Soffici e Laura Pellegrini, curatrici della collezione museale, ci spiegano in che modo il Museo ha inteso valorizzarlo.
Nel primo video Angelo Tartuferi ci introduce alla mostra del Refettorio piccolo, visibile fino al 30 marzo del 2024, allestita dall’architetto Andrea Gori sulla base dei progetti elaborati dalle studentesse del corso di Progettazione Allestimenti Spazi Espositivi dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, attualmente esposti nella Sala Capitolare del Museo. Angelo Tartuferi si sofferma in particolare sui due ritratti restaurati del Santo: uno su tela, attribuito a Piero del Pollaiolo; uno in terracotta, attribuito a Baccio da Montelupo.
Nel secondo video, Anna Soffici ci descrive il nuovo allestimento della cella del Dormitorio dove, secondo la tradizione, visse Sant’Antonino. Allestimento che riprende in parte l’assetto museale ottocentesco.
Nel terzo video, Laura Pellegrini si diffonde sulla variegata iconografia di Sant’Antonino, derivata dalla sua maschera funebre, chiarendo in che modo si arrivò alla canonizzazione del priore domenicano di San Marco, arcivescovo di Firenze.

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