Quale futuro per il Museo di San Marco? Un nuovo appello

Chi considera San Marco un museo di nicchia, scarsamente attrattivo per il popolo di visitatori e turisti, che da tutto il mondo vengono ad ammirarne i tesori, evidentemente non lo conosce affatto, oppure non ha in simpatia la storia e l’arte del Quattrocento fiorentino. Eppure, Cosimo de’ Medici, Michelozzo, Sant’Antonino Pierozzi, Beato Angelico, Benozzo Gozzoli, Domenico Ghirlandaio, Girolamo Savonarola, Fra Bartolomeo, Plautilla Nelli, Giorgio La Pira (e tanti altri), non sono figure residuali della storia, soprattutto per chi ama Firenze.

Già, perché amare Firenze e amare San Marco, a ben vedere, sono la stessa cosa. Lo sapeva bene il “sindaco santo” La Pira, siciliano d’origine ma fiorentino nell’anima, quando diceva che “Firenze è il centro del mondo. San Marco è il centro di Firenze e l’Annunciazione del Beato Angelico lì affrescata è il centro di San Marco. Quindi l’Annunciazione è il centro del mondo”.

Lo sa bene anche Eike Schmidt, Direttore degli Uffizi, che in più occasioni ha parlato di San Marco come di un suo luogo del cuore, il primo museo di Firenze dove volle portarlo sua nonna, il più importante e il più bello, perché proprio a San Marco è cominciato il Rinascimento.

A queste belle parole corrispondono i numeri. Che evidenziano una potenzialità in parte espressa, in parte ancora da attuare. I visitatori, da qualche anno, si aggirano attorno ai 150.000 all’anno, una cifra importante. Certo, siamo lontani dal glorioso periodo di fine anni ’90, quando 200.000 ingressi annui, quanti ne registra il Museo del Bargello, facevano di San Marco un museo di punta del turismo cittadino. Dispiace, che, nell’ultimo ventennio, nessun Ministro, Soprintendente o Direttore abbia speso una parola su questa emorragia. Come si fa a perdere 50.000 visitatori, un quarto del proprio pubblico, e non porvi rimedio?

Comunque sia, poco più di 150.000 ingressi all’anno fanno di San Marco, di gran lunga, il museo più visitato dei 49 siti del Polo museale della Toscana, che include alcuni musei statali di Firenze e i musei statali di Arezzo, Siena, Pistoia, Lucca, Pisa, Isola d’Elba e del Grossetano. Il Museo di San Marco, da solo, nonostante sia aperto solo la mattina, registra il 18% degli ingressi totali del Polo della Toscana. E, nonostante un biglietto fra i più economici d’Italia (4 euro), rappresenta, da solo, il 23% degli introiti di tutto il Polo toscano, con un invidiabile rapporto fra ingressi a pagamento (74%) e gratuiti (26%). Si pensi, giusto per dare il senso delle proporzioni, che San Marco supera in numero di visitatori ben 8 musei statali italiani dotati di autonomia dirigenziale e amministrativa (Parma-Pilotta, Genova-Palazzo Reale, Modena-Ferrara-Gallerie Estensi, Roma-Appia Antica, Taranto-Archeologico, Roma-Museo Civiltà, Roma-Villa Giulia, Perugia-Galleria Nazionale Umbria). Si tratta di dati virtuosi che, con minime strategie (di orario, promozione, bigliettazione ecc.) potrebbero essere ulteriormente migliorati.

I numeri sono importanti, ed è un dovere conoscerli. Ma è altrettanto importante sottolineare che un punto di forza di San Marco sta nell’elevato grado di soddisfazione dei visitatori. Lo dice, ogni giorno, il feed-back diretto di utenti e guide turistiche. Lo dicono i questionari di gradimento raccolti e elaborati in questi anni. Lo dicono le numerose recensioni sui siti on-line specializzati (come Tripadvisor) e i contributi sui media (da ultimo, un articolo del Washington Post).

San Marco piace. E piace a tutti, fiorentini, italiani e stranieri. Piace soprattutto per l’atmosfera spirituale che ancora preserva, perché la sua collezione non è decontestualizzata, come accade in quasi tutti i musei e gallerie del mondo, ma si sposa con l’architettura e con la storia.

Tanti visitatori ci chiedono, soprattutto in estate o durante le ferie di Natale e Pasqua, il motivo per cui alcune sale siano chiuse. Molti altri ci chiedono perché, come avveniva un tempo, non ci siano più le visite guidate. Altri ancora domandano perché non ci siano più eventi di richiamo. Il fatto è che, purtroppo, non ci sono più le condizioni. I numeri del personale statale non sono sufficienti a garantire le aperture, i servizi al pubblico e una gestione moderna del museo. C’è rimasto un Direttore e un gruppo ridotto di Assistenti museali, impiegati esclusivamente come custodi (demansionati). Non c’è più una segreteria, gli uffici sono vuoti, non esiste un organigramma.

Occorre, al più presto, un rilancio di San Marco. Già un anno fa, dalle pagine di questo blog, ci appellammo affinché San Marco tornasse al centro delle politiche culturali e turistiche. Auspicavamo che nel 2019, l’anno in cui si celebrano i 150 anni dall’istituzione del museo, tutto il complesso di San Marco -anche la parte affidata ai frati domenicani e alla Fondazione La Pira- tornasse ad essere protagonista nel dibattito pubblico, con un rinnovato progetto culturale e un programma di eventi significativi. Un auspicio che vale ancora, anche se il tempo è quasi scaduto.

In queste ultime settimane sono emerse due novità. La prima: San Marco è  stato unito alla Galleria dell’Accademia nel bando in corso per il rinnovo della ditta concessionaria dei servizi aggiuntivi (biglietteria, bookshop, editoria, mostre ecc.). La seconda: il Ministero ha promesso l’inserimento, nei musei toscani, di addetti della società Ales a supporto del personale statale. Vedremo presto se queste novità porteranno benefici concreti.

Ancora una volta, ci appelliamo ai Dirigenti del Ministero, ai politici e agli amministratori locali, perché  il Museo di San Marco sia finalmente valorizzato per quanto merita.

Lo chiedono gli autori di questo blog. Lo chiedono tutte le persone che, a Firenze, in Italia e nel mondo, vogliono bene a questo luogo, alla sua storia e alla sua grande arte.

#ioamosanmarco #sanmarco150anni

4 commenti

  1. il complesso di San Marco Tutto vale la pena di ESSER visto vissuto o Ascoltato tramite l’Organo della Basilica, uno dei più importanti di Firenze e l’unico Maestoso dal punto di vista dell’estetica : con i Suoi Angeli giganti che arredano con sculture tardo barocco in marmi ed oro, le canne, unico esempio di questo stile ( per un organo) presente in Firenze

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  2. Mi piace tanto Firenze, ma non tornerò mai : troppo affolato. Non voglio aspettare due ore prima di entrare agli uffizzi, un ora prima di andare a Palazzo Pitti. Trovare sale importante chiuse, musei chiusi o con orari restritti.

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  3. Stamani una visita in tutta tranquillità con tre amiche. Lo rivediamo sempre volentieri. Peccato intravedere il chiostro grande in abbandono .Se i padri sono partiti perché non
    darlo in uso al museo?

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