Dalle Meditationes dello Pseudo-Bonaventura

Cristo inchiodato alla Croce_Cella 36
Beato Angelico, Cella 36, Cristo inchiodato alla Croce con Maria e Giovanni, “Pater dimitte illis non enim sciunt quid faciunt” (Lc 23, 34a)

Attendi qui diligentemente come fu posto in croce. Sono poste due iscale, l’una dirieto l’altra dal braccio manco della croce, su per le quali salgono i giustizieri co’ chiavelli e co’ martelli. È posto anche un’altra sicala piccola dal lato dinanzi. Pon ben mente ogni cosa. È incalciato messer Gesù sopra questa iscala piccola; ma egli sanza alcuna contencione fae ciò che vogliano. E quando fu in sullo scaglione di sopra, lo quale agiugnea infino colae dove dovea tenere i piedi, sì volse le reni alla croce, e aperse quelle sue braccia reali, e sparse le sue mani eccellentissime, bellissime, e porsele a’ suoi crucifissori; e levò gli occhi suoi in cielo al Padre, e disse: «Ecco, Padre mio, qui sono; tu hai volontà ch’io sia umiliato infino alla croce per amore dell’umana generazione: piacemi, e accettolo; e offero me medesimo per coloro gli quali tu hai voluto che sieno miei fratelli. E tu dunque, Padre mio, accetta questo sacrificio, e da quinci innanzi sie placabile per lo mio amore; e purga e parti da loro ogni vecchia macola. Io mi ti offero per loro». E colui ch’era dietro alla croce pigliò la mano sua diritta e conficcolla alla croce fortemente; e quelle ch’era dall’altra parte pigliò la sua mano manca, e tirolla lo più che potea, e tegnendola ferma, così distesa, l’altro la conficca crudelmente. E poi discesero in terra delle scale. E rimase il Signore del cielo in sulla croce così sospeso, ché solamente era sostenuto da quelli chiavelli ch’erono confitti nelle mani. E incontanente venne l’altro, e pigliogli gli piedi, e tirollo giuso quanto più potea, e intanto che parea che tutte l’ossa e’ nerbi si snodassero; e l’altro conficcò amendue i piedi l’uno sopra l’altro con un chiavello.

(da Le meditazioni sulla vita di Gesù Cristo, in Mistici italiani del Duecento e del Trecento, a cura di A. Levasti, Roma-Milano 1935, pp. 458-461)