Devo dire che dopo aver letto in anteprima l’intervista di Alessandro Santini all’Intelligenza Artificiale l’impressione prevalente non è stata così positiva come la sua, o almeno questo pare di capire tra le righe. A dire il vero, per me si è trattato di una lettura amena, un divertissement sostanzialmente banale nei contenuti, che – forse a torto – mi ha fatto venire in mente la “famigerata” Alexa che qualcuno ha pensato di regalarci tempo fa, ora dispersa in non so quale cassetto di casa.
Non mi appartiene, credo, il cliché della persona di una certa età avversa per principio alle novità, tuttavia, per entrare nel concreto, in relazione per l’appunto al Museo di San Marco o più in generale ai musei, non immagino riflessi di mirabolante utilità per l’impiego di questi “cervelli senz’anima” nel nostro ambito.
Una buona App, come quella che il nostro museo offre ai suoi visitatori all’ingresso, con i testi preparati dallo staff scientifico, credo sia ancora largamente preferibile rispetto a qualsiasi Alexa nella variante culturale. Ancora più utile ritengo poi, soprattutto per il visitatore top-level, una buona guida scritta da un vero addetto ai lavori, che oltretutto vanta una tradizione illustre di alcuni secoli. Certo, con questo tipo di approccio so bene di mirare più alla qualità dei visitatori, anziché alla quantità, e questa com’è noto, oggi suona più o meno come una bestemmia. E d’altra parte, quale potrebbe essere un ulteriore impiego di simili intelligenze, che naturalmente stanno proliferando sul web, già in concorrenza con ChatGPT?
Un totem messo nei punti strategici del museo, prontissimo a dire ai visitatori dov’è l’uscita, dov’è il bagno o il bookshop… o a dare un fiume di ragguagli su ogni opera? … Mentre lo scrivo, tremo già all’idea che capiterà di vederlo sul serio! Ve l’immaginate una simile colonna o postazione tecnologica appoggiata al muro in prossimità dell’ingresso al cosiddetto Appartamento del Savonarola nel nostro museo? O magari appena varcata la soglia della Sala di Giove a Palazzo Pitti? Si dirà che sto esagerando ad arte, e tuttavia, stante il fatto che nel quadro della tendenza attuale, uno degli obbiettivi più importanti indicati ai giorni nostri per la visita in un museo è quello che il visitatore riporti un’esperienza la più inclusiva, coinvolgente, stupefacente e immersiva (credo di non aver dimenticato niente, o forse sì!?), queste novità sembrano assecondare al meglio tale nobile obbiettivo.
Tra gli aspetti che mi hanno impressionato di più – in negativo, si capisce – è la precisazione solerte e cortese preposta da questa “intelligenza” a un paio di domande, troppo intelligenti, del nostro Alessandro Santini: «non ho opinioni o preferenze personali, quindi non posso veramente avere un’opera d’arte ‘preferita’», oppure «non ho opinioni personali o emozioni; quindi, non posso avere un’opinione su persone storiche come Fra Girolamo Savonarola».
Bisogna ammettere, almeno questo sì, che l’onestà intellettuale di questa intelligenza è certamente superiore alla media delle nostre povere intelligenze. Nello stesso tempo, tale ammissione ci mette tragicamente di fronte al fatto che la nostra I.A. (= Intelligenza Artificiale) dichiara di non essere minimamente interessata a favorire e/o sviluppare nelle giovani generazioni lo spirito critico, i moti dell’animo, le preferenze personali. Insomma, non può dare alcun aiuto al raggiungimento nel campo educativo di una delle mission più importanti, anzi di quella più importante. Perché a tutti noi, giovani e meno giovani, bombardati come siamo da ogni genere di messaggi, cosa resta come atto di affermazione della propria individualità – anzi, prima ancora, della propria dignità – se non l’esercizio sistematico dell’opinione, del giudizio e della preferenza personale su ogni aspetto della vita: dalla politica, alla cultura, alla marca di un dentifricio! Comunque, se qualcuno non è legittimamente d’accordo o non ce la fa più per la stanchezza – perché indubbiamente far funzionare il proprio cervello richiede uno sforzo -, adesso sa che può farsi aiutare da ChatGPT o simili.
Angelo Tartuferi
Direttore del Museo di San Marco

